30.4.09

Reseñaron en un diario italiano el libro El vino nicoleño



La reseña, que reproducimos, fue publicada en el diario Il Secolo XIX del 26 de abril de 2009. Se trata del diario más importante de la región Lígure.

Il profumo del vino di San Nicolás

26 aprile 2009 Bruno Viani

Una cittadina nel cuore dell’Argentina nata sulle solide radici delle vigne trapiantate dagli emigranti della Valpolcevera, lontanissime parenti americane della bianchetta di Coronata. Grazie a quei liguri d’Oltreoceano, San Nicolas de los Arroyos era diventata una capitale americana del vino, fino a contare - all’apice dell’attività - 55 cantine capaci di produrre più di undici milioni di litri di vino.

È la piccola epopea del bianco genovese in terra sudamericana raccontata da un giornalista argentino, Walter Alvarez, in un libro che ora è stato tradotto in italiano grazie all’associazione Liguri nel mondo, al Lions Alta Valpolcevera e alla Regione Liguria. Si intitola "Il vino Nicoleño", ovvero il vino di San Nicolas, ed è la ricostruzione storica di un’avventura durata oltre cent’anni. Dove i nomi dei protagonisti sono familiari tra la costa genovese e l’entroterra: Campora, Ponte, Lagostena, Montaldo, Lanza, Costa, Parodi. Uomini nati nella seconda metà dell’Ottocento e emigrati da Santo Stefano di Larvego, da Gallaneto, Campomorone, Ceranesi, poi imbarcati per cercare fortuna in America o solo per sfuggire a situazioni difficili.

«Il 2 ottobre 1868 un piccolo battello a vapore ancorò nel porto di San Nicolas. - scrive Walter Alvarez - quell’imbarcazione trasportava Carlo Campora, il genovese che avrebbe cambiato la fisionomia della campagna nicoleña dei cento anni successivi». Non è il primo, a sbarcare a San Nicolas. La comunità dei liguri che accoglie Campora ha saputo ricavare - nei terreni brulli - coltivazioni vere di alberi da frutta. Carlo, diventato Carlos, incontra una connazionale, Rosa Montaldo dalla quale avrà otto figli: è l’inizio della sua avventura. Le carte attestano che, negli anni venti, i dieci ettari di terreni colonizzati dalla famiglia Campora producono settecentomila litri di vino: Carlo-Carlos non ha portato con sé dall’Italia i semi della bianchetta genovese, ma scopre invece che il pinot grigio importato dall’Uruguay si adatta perfettamente al clima umido della zona.

La "colonizzazione" delle vigne è un’avventura a più voci. Ci sono i braccianti della famiglia Lagostena da Gallaneto. E poi le tenute "El Guapo" di Stefano Emanuele Costa, un cognome che non lascia dubbi sulle origini. E i vigneti (capaci di raggiungere una produzione di 700 mila litri) di Antonio Parodi, arrivato in Argentina da Genova nel 1880, in cerca di migliori condizioni di vita. Negli anni Sessanta però, i "piani di sviluppo" del governo per San Nicolas sanciscono il passaggio dall’agricoltura all’industria. L’ultima vendemmia fu nel 1986, poi più nulla, come se le vigne non fossero mai esistite.

La nota puede leerse en la web
http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/genova/2009/04/26/1202246977294-profumo-vino-san-nicolas.shtml

10.4.09

El libro "El vino nicoleño. Cien años de vitivinicultura en San Nicolás" fue publicado en Italia.






La publicación la realizó la Associazione Ligure nel Mondo, con el patrocinio de la Regione Liguria y Lions Club Altavalpolcevera. Los ejemplares serán distruidos de manera gratuita a las Asociaciones Lígures de todo el mundo. El libro relata la historia de los inmigrantes europeos, en su mayoría italianos, y su relación con el desarollo de la industria vitivinícola local a lo largo de cien años. Su autor es el periodista nicoleño Walter Alvarez.